Onorevoli Colleghi! - A decorrere dal 1o gennaio 2008 si dovrebbe provvedere alla diffusione dei nuovi documenti di identità elettronici:

          a) la carta d'identità elettronica (Cie), prevista dal decreto del Ministro dell'interno 19 luglio 2000, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 169 del 21 luglio 2000;

          b) il passaporto elettronico (Pe), previsto dalla proposta di regolamento del Consiglio dell'Unione europea avanzata dalla Commissione in data 18 febbraio 2004;

          c) il permesso e la carta di soggiorno elettronico (Pse e Cse), di cui al decreto del Ministro dell'interno 3 agosto 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235 del 6 ottobre 2004;

          d) il visto elettronico (Nvis), previsto dal regolamento (CE) n. 334/2002 del Consiglio, del 18 febbraio 2002.

      L'introduzione di tali documenti - rientranti nella categoria delle carte valori e pertanto prodotti in esclusiva dall'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato per conto del Dipartimento del tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze - potrebbe basarsi su comuni infrastrutture informatiche.
      I costi per la realizzazione dei progetti relativi alla Cie, al Pse, al Pe e al Nvis, ammonterebbero (tra supporti e attrezzature informatiche) a circa 1 miliardo di euro in cinque anni.
      Infatti, si dovrebbero produrre:

          a) 40 milioni di Cie entro cinque anni;

          b) 1,5 milioni di Pse entro il prossimo anno;

          c) 6 milioni di Pe entro il prossimo triennio;

          d) 5 milioni di Nvis all'anno.

 

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      Conseguentemente, si è ritenuto di elaborare una proposta di legge con la quale - partendo dal presupposto che i costi di alcuni servizi pubblici a domanda individuale debbano gravare, in toto o in parte, su chi li richiede - si riorganizza l'intero settore delle carte valori, le cui forniture avverrebbero a costo zero per l'erario, in modo da:

          1) cedere tutte le carte valori e i modelli a rigoroso rendiconto (targhe automobilistiche, patenti, libretti vari) a pagamento;

          2) concentrare in un unico organo (il Dipartimento del tesoro), e quindi accentrare in un'unica unità previsionale di spesa, l'approvvigionamento dei prodotti, in modo che vi sia un unico gestore della spesa (ora ciò non avviene, ad esempio, per le targhe automobilistiche che gravano su un capitolo di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti);

          3) adottare una politica dei prezzi di cessione che agevoli la distribuzione della Cie, indispensabile per il ruolo centrale che essa verrà a giocare nell'e-government;

          4) conseguire il sostanziale pareggio per tutte le forniture, compensando le minori entrate ipotizzate al punto 3, con la maggiorazione dei prezzi di cessione di altre carte quali, ad esempio, le patenti nautiche, le licenze di caccia, i passaporti, eccetera;

          5) fare fronte alle spese di impianto (con un preciso piano di ammortamento) e di gestione delle infrastrutture informatiche inglobandole, pro quota, nel prezzo di cessione al pubblico;

          6) avviare l'intera operazione dal prossimo esercizio finanziario con gli stessi fondi o anche con fondi ridotti rispetto al precedente esercizio, poiché la loro funzione sarebbe quella di volàno alle entrate conseguenti;

          7) commissionare all'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato la fornitura delle carte valori, eccetera, e degli impianti informatici necessari, garantendo così l'omogeneità di funzionamento tra carte valori (elettroniche), hardware e software;

          8) ripartire le entrate tra le unità previsionali di base di competenza del Dipartimento del tesoro e quelle gestite dalle altre amministrazioni che erogano i servizi connessi alle carte;

          9) conseguire le necessarie economie di scala ed evitare quindi inutili e costose duplicazioni, riconducendo nelle competenze del Dipartimento del tesoro anche l'approvvigionamento degli stampati comuni e delle pubblicazioni;

          10) evitare per i successivi esercizi stanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli che rivengono dalla cessione al pubblico delle carte, con un saldo attivo di circa 100 milioni di euro all'anno.

      Ovviamente, occorrerebbe predeterminare la percentuale di costo, da inglobare nel prezzo, relativa alla produzione delle carte, all'ammortamento degli impianti, alla gestione dei servizi, in modo da conseguire il pareggio nel settore.
      Il sistema sarebbe quindi caratterizzato da grande duttilità e consentirebbe di fare fronte ad esigenze anche straordinarie o ineludibili.
      Inoltre si consentirebbe all'amministrazione che ha la gestione dei capitoli di spesa di poter monitorare, con precisione, le entrate e di sollecitarne il versamento da parte di ritardatari o degli inadempienti.
      Con l'occasione si riscrive con maggiore chiarezza la normativa che regola il settore, normativa che, attualmente, pone qualche dubbio interpretativo a seguito delle varie norme intervenute in materia e concretizzatesi con la trasformazione dell'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato in società per azioni.
      L'unito articolato tenta di affrontare tutte le questioni evidenziate in modo da dare concreta attuazione al progetto di e-government che si basa sulla diffusione della Cie.

 

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